I pellegrini in viaggio verso Roma, dopo lunghe ore di cammino, avevano bisogno di ospitalità e assistenza perché provati dal digiuno, dalla fatica e dalle ferite ai piedi. Questa veniva loro offerta in ospizi, monasteri e pievi sorti lungo le principali vie di
comunicazione, e collocati a una giornata di cammino gli uni dagli
altri.
Già a partire dal IV secolo nella chiesa d'Oriente erano sorti i primi xenodochia, (che in greco significa “case d’ospitalità per forestieri”), diffusosi anche in Occidente con il nome di hospitalia o hospitium, (dal latino hospes, ospite) dove oltre ai forestieri trovavano accoglienza, poveri, vedove, orfani e malati. Nell'Hospitale pellegrini e poveri, oltre a trovare ospitalità trovavano cure mediche, da cui l’evoluzione nell’accezione del termine attuale.
A Roma, destinazione finale del pellegrinaggio dei "Romei" alle tombe degli apostoli Pietro e Paolo, oltre agli hospitalia si diffusero le scholae peregrinorum di diversa nazionalità economicamente legate a donativi e rendite che giungevano loro dalla nazione di appartenenza. Ciascuna schola offriva mutua assistenza, soccorso e cure mediche ai suoi componenti, e provvedeva ai funerali e alla sepoltura dei defunti nel proprio cimitero.
Le scholae fondate dai re e sovrani delle nazioni d’oltralpe, in visita al papa di Roma, presto si ampliarono acquisendo la fisionomia di piccoli borghi, dal termine "burg", comune a quei popoli per indicare un centro abitato.
Nacque così la città di Borgo, vicina alla basilica di San Pietro in Vaticano, che raccoglieva in se le scholae peregrinorum delle quattro principali nazioni cristiane dell’Europa
medievale: la schola Saxonum per la comunità dei Sassoni e Bretoni; la schola Langobardorum per la comunità Longobarda; la schola Francorum per la comunità dei Franchi; e infine la la schola Frisorum per i Frisoni (abitanti della Frisia, una regione oggi posta tra l'Olanda e la Germania del Nord). Ma conosciamole da vicino:
DISCLAIMER: Le foto presenti su questo blog sono state per la maggior parte tratte da Internet, e quindi valutate di pubblico dominio. Se i soggetti o gli autori avessero qualcosa in contrario alla pubblicazione, non avranno che da segnalarlo alla nostra redazione in modo da ottenere immediata rimozione di dette immagini.
La schola Saxonum, fondata per i pellegrini anglosassoni dal
re Ine del Wessex (688-726), fu la prima ad insediarsi a Borgo, faceva parte della schola
la chiesa di Santa Maria in Saxia, (attuale S. Spirito in Sassia), che
distrutta da un incendio nell’847 e di nuovo edificata nel XII secolo per
volontà di papa Innocenzo III (1198-1216), che tramutò la schola in un ospedal, dopo che il re Giovanni senza terra (1166-1216) aveva confermato al Papa le donazioni per la nuova costruzione e l’elemosina perpetua per i poveri e gli ammalati. Un successivo rifacimento ed ampliamento venne realizzato presumibilmente dall'architetto Baccio Pontelli tra il 1471 e il 1478 per iniziativa di Papa Sisto IV che ne ordinò la ricostruzione, anche in previsione del vicino Giubileo (1500) e che l'arricchi della Corsia Sistina, e della ruota dei proietti, ove le mamme indigenti potevano abbandonare i loro bambini rimanendo nell'anonimato.
La schola Longobardorum, situata a nord della basilica di
San Pietro fu la seconda a essere fondata, non si conosce molto di questa
schola, tanto che non si è neppure riusciti a identificare il sito della chiesa di San Giustino
ad essa annessa. La schola andò probabilmente distrutta alla fine del trecento quando
papa Bonifacio IX (1389-1404), diede avvio alla costruzione dei nuovi palazzi
pontifici.
Probabilmente la schola Longobardorum si fuse con la successiva schola Francorum fondata da Carlo Magno re dei Franchi dal 768, e re dei Longobardi dal 774 e dall'800 primo imperatore del Sacro Romano Impero. Di questa schola rimangono oltre al Campo Santo Teutonico circondato da un alto muro, i pochi resti della chiesa di S.Salvatore in Torrione perché vicina alla porta Turrionis, ora porta Cavalleggeri, perché nei pressi fu costruita la Caserma dei Cavalleggeri. Distrutta per la costruzione del Sant’Uffizio, si è salvata l'abside di cappella oggi inserita nella piccola chiesa di San Pietro in Borgo, conosciuta anche con il nome di San Salvatore in ossibus, perchè posta di fianco al Campo Santo Teutonico.
E infine la schola
Frisorum per i Frisoni, abitanti della Frisia, una regione oggi posta tra
l'Olanda e la Germania del Nord, che aiutarono la difesa di Roma dai Saraceni nell'846. Annessa alla schola erano una diaconia e la chiesa dedicata a San Michele,
che dopo la traslazione da Fondi delle reliquie di San Magno, venne intitolata
anche a questo santo. La chiesa fondata, probabilmente, nel IX secolo, fu teatro nel 1084 della lotta tra l'imperatore Enrico IV (che risedette proprio nella schola dei Frisoni) e i normanni di Roberto il Guiscardo, sopraggiunti per liberare papa Gregorio VII; e ciò fu probabilmente la causa che portò alla distruzione della chiesa primitiva, ricostruita poi nel XII secolo e a cui si accede attraverso una ripida scala detta "Santa".
L’origine antichissima, spesso precedente l’VIII secolo, di
tutte le scholae e gli edifici religiosi accanto a S Pietro, è testimonianza di
un tipo di assetto definitosi senz’altro prima della costruzione della cinta Leonina (848),
formatosi spontaneamente in continua tangenza alla base del colle del Gianicolo che partendo dai giardini del Vaticano, posti alle spalle della basilica di San Pietro, correva in direzione est-ovest fino a raggiungere le rive del Tevere e di cui rimane traccia lungo l'odierno asse stradale di Borgo Santo Spirito, sebbene fortemente trasformato durante la prima metà del XX secolo, Borgo mantiene ancor oggi il suo significato storico di vestibolo di San Pietro e dei palazzi Vaticani.
Articolo di Cristiana Berto
Articolo di Cristiana Berto
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