Pagine

Giubileo della Misericordia - Introduzione all'anno Santo



Salve popolo dell’arte e amanti di Roma, siete pronti a varcare le porte sante come nuovi pellegrini e ripercorrere le antiche vie dei viandanti che giungevano nella città santa per cercare suffragio? 
Seguiteci allora, abbiamo in riservo per voi grandi sorprese …

Il Giubileo della Misericordia,  indetto da Papa Francesco lo scorso 11 aprile 2015 per mezzo della Bolla di indizione Misericordiae Vultus,  avrà inizio l’8 dicembre 2015 con la solennità dell’Immacolata Concezione che segna l’apertura della Porta Santa nella Basilica di san Pietro e si concluderà il 20 novembre 2016 con la solennità di Gesù Cristo Signore dell’Universo. All’interno di queste due date si svilupperà un intenso calendario di celebrazioni con differenti eventi. Il Papa desidera che questo Giubileo sia vissuto a Roma così come nelle chiese locali e per la prima volta nella storia sarà aperta ogni Porta Santa della Misericordia anche nelle singole diocesi, cattedrali, chiese particolarmente significative e santuari.

Momento unico per entrare nel cuore sacro di Roma per riscoprire i luoghi più antichi di preghiera e fede che hanno fatto di questa città la capitale mondiale della cristianità, e per lasciarsi affascinare dalla profonda bellezza dell’arte sacra.

Motto dell’evento è “Misericordiosi come il Padre”, una frase tratta dal vangelo di Luca che è riproposta nel logo, un disegno che raffigura il Buon Pastore che si carica sulle spalle l’uomo smarrito. Il richiamo alla Misericordia costituisce un fatto unico che rompe gli schemi tradizionali e ne fa un Giubileo “straordinario” poiché intende richiamare la Chiesa alla sua missione prioritaria di testimone  della misericordia in tutti gli aspetti della sua vita pastorale.

Ma che cosa è un Giubileo
Un Giubileo è un Anno Santo, l’anno della remissione dei peccati e delle pene per i peccati e questo significa che per tutti coloro che seguiranno le celebrazioni e si sottoporranno alle condizioni stabilite dalla Chiesa cattolica è anche l’occasione per ottenere l’indulgenza plenaria.

Quando nasce e ogni quanti anni si indice un Giubileo
Bella domanda. Il primo è stato nel 1300, indetto da Bonifacio VIII che fissò una scadenza della festività ogni 100 anni. In seguito la scadenza scese a ogni 50 anni, così da allinearsi ad una antica tradizione  descritta in uno dei Libri dell’Antico Testamento, il Levitico (25,10-13), tradizione che fissava, ogni 50 anni, un anno di riposo della terra (con lo scopo pratico di rendere più forti le successive coltivazioni), la restituzione delle terre confiscate e la liberazione degli schiavi. Per segnalare l’inizio del Giubileo si suonava un corno di ariete, in ebraico yobel, da cui deriva il termine cristiano Giubileo. Dal 1450 la cadenza venne dimezzata a ogni 25 anni, a parte i giubileo straordinari. Quello di Francesco è il sesto giubileo straordinario (gli altri nel 1390, nel 1423, nel 1933, nel 1966 e il più recente nel 1983) e il trentesimo della storia della Chiesa.

Come si svolge il Giubileo? Il Giubileo viene celebrato con varie iniziative durante un anno intero che ha inizio la vigilia di Natale con l’apertura delle porte sante delle quattro principali basiliche di Roma, S. Pietro in Vaticano, S. Giovanni in Laterano, S. Maria Maggiore e S. Paolo. Il Papa viene portato in sedia fino alla porta murata di S. Pietro, che picchia per tre volte con un martello d’argento cantando in latino: «Apritemi le porte della giustizia». Dopo di lui picchia la porta per due volte un cardinale e quindi la porta viene aperta. Il Papa passa per primo tenendo nella destra una croce e nella sinistra una candela accesa. La stessa cerimonia viene compiuta da cardinali nelle altre tre basiliche. L’Anno Santo si conclude con la muratura delle porte sante fino al successivo Giubileo.

Il giubileo ordinario viene celebrato dalla Chiesa di oggi ogni 25 anni, il prossimo sarà dunque nel 2025, il precedente è stato il Giubileo del 2000, che fu senza dubbio uno degli eventi più importanti degli ultimi cinquant’anni per Roma, per la sua portata venne chiamato il Grande Giubileo del 2000 perché di fatto i suoi preparativi iniziarono ufficialmente il 10 novembre del 1994. Il Giubileo del 2000 ha assunto un’importanza speciale perché ha celebrato i due millenni dalla venuta di Cristo sulla Terra ed è stato il primo Giubileo a cavallo tra due millenni.

Bene, cari amici, spero di avere solleticato la vostra curiosità. La città di Roma vi attende per celebrare insieme questo evento spirituale, aprendo le porte di basiliche e chiese e altri monumenti della tradizione cristiana.… parleremo di chiese, reliquie, papi, mecenati, santi, devozione popolare e del carisma degli ordini religiosi.... e comunque QUI tutte le dritte, calendario compreso.

A presto

Mattea Muratore


DISCLAIMER: Le foto presenti su questo blog sono state per la maggior parte tratte da Internet, e quindi valutate di pubblico dominio. Se i soggetti o gli autori avessero qualcosa in contrario alla pubblicazione, non avranno che da segnalarlo alla nostra redazione  in modo da ottenere immediata rimozione di dette immagini.

Il Giro delle Sette Chiese e il Giubileo della Misericordia di papa Francesco


Salve popolo dell’arte e amanti di Roma.
Oggi parleremo del “giro delle sette chiese”, singolare pellegrinaggio ideato da san Filippo Neri nei tormentati anni della Controriforma, divenuto forma secolare di devozione tipicamente romana, diffusa poi in tutta la cristianità.

Geniale forma di sana ricreazione, ancora oggi viva e molto sentita, ebbe il merito nei difficili anni della Controriforma che seguirono il terribile sacco dei Lanzichenecchi del 1527, di contrastare e distogliere la gioventù dagli sfrenati e spesso “paganeggianti” festeggiamenti del Carnevale.

Dalle dettagliate descrizioni dei contemporanei del santo sappiamo che il giro partiva il giovedì grasso dalla basilica di S.Pietro, per poi proseguire nell’ordine a S. Paolo, S. SebastianoS.Giovanni, S. Croce, S Lorenzo e concludersi il giorno successivo a S. Maria Maggiore. In ogni basilica la comitiva venerava un altare “privilegiato”, cioè dotato di speciali grazie e indulgenze, e celebrata l’eucarestia in S. Sebastiano ci si fermava per una semplice ma corroborante refezione a Villa Mattei, dove il pranzo era accompagnato da inni e salmi e in particolare dal “Canto delle vanità” composto da Giovanni Animuccia, uno dei primi compagni del santo.

San Filippo Neri e il Giro delle 7 Chiese
Filippo e i suoi (quei primi che diventeranno il nucleo della Congregazione dell’Oratorio) le chiamavano familiarmente “visite”. Proprio come andare a far visita alla casa di un amico, con l’unica differenza che le “case” visitate erano i luoghi cari alla memoria cristiana di Roma. Nacque così, con questa spontaneità, il pellegrinaggio più famoso di Roma: la visita alle sette chiese ebbe un tale successo che da poche decine di partecipanti (all’inizio erano addirittura cinque o sei) arrivò in pochi anni, con il crescere della popolarità di Filippo, a coinvolgere centinaia di persone, fino a raggiungere, sotto il pontificato di Pio IV (1560-1565), seimila partecipanti.

Senza volerlo, senza quasi accorgersene, Filippo aveva coinvolto tutta Roma, e perfino quelle autorità ecclesiastiche, che inizialmente avevano osteggiato il pellegrinaggio-scampagnata del Neri, finirono per riconoscere la forza intrinseca di questa pratica collettiva dove penitenza e gioia della fede convivevano pacificamente.

Filippo, grande interprete del cattolicesimo degli anni del Concilio di Trento, aveva intuito l’importanza di porre l’accento sulla spiritualità del vivere in gruppo, in un momento in cui invece il protestantesimo sottolineava gli aspetti individuali del rapporto con Dio. Momento di aggregazione spirituale, il pellegrinaggio diveniva sorgente di rinnovamento interiore, realizzando nella pratica l’unità della Chiesa minacciata dalla Riforma.

Papa Francesco e il giro delle 7 chiese
Ufficializzata nel 1586 da papa Sisto V Peretti, la visita ai più importanti luoghi di culto dell’Urbe non fu tuttavia invenzione di san Filippo Neri, che si limitò a riprendere l’antichissima tradizione medioevale dei pellegrini romei alla tombe degli apostoli e dei martiri, sepolti  “extra muros”, cioè fuori dalla cinta muraria, secondo l’antica regola in vigore fino al 700 che dichiarava le tombe inviolabili e non trasferibili entro lo spazio cittadino, si edificarono così delle basiliche al di fuori delle mura cittadine. Tradizione che nel corso dei secoli, soprattutto con il primo grande Giubileo istituito nell’anno 1300 da Bonifacio VIII (1294-1303) aveva indicato le tappe che il devoto viaggiatore doveva compiere una volta giunto nella città santa. Le tappe ricalcavano in parte le stationes (o fermate) delle processioni cittadine guidate dal papa, nate già a partire dal V secolo per celebrare festività liturgiche in quelle basiliche a cui veniva riconosciuto un prestigio superiore rispetto alle altre. Ma la devozione delle sette chiese concepite come gruppo a sé è testimoniata per la prima volta da un itinerario scritto in lingua fiamminga del 1360 che le identifica come “chiese regali” poiché fondate da papi e imperatori che le avevano arricchite di tesori, e perciò molto visitate dai fedeli.         

La grande invenzione di San Filippo Neri fu di trasformare quel pellegrinaggio in una pratica di aggregazione collettiva  e di rinnovamento spirituale. Roma considerava Filippo il terzo apostolo della città dopo Pietro e Paolo; chiamato semplicemente dal popolo "Pippo il buono", fondò una congregazione che non seguiva una regola o dei voti e aveva come scopo principale il rinnovamento della città con nuovi metodi spirituali come i canti religiosi in lingua volgare dell’oratorio. 

Per noi moderni uomini e donne di oggi non fu altro che, in poche parole, “un grande amante di Roma”.    
                                                                                                        
A presto
Mattea Muratore



DISCLAIMER: Le foto presenti su questo blog sono state per la maggior parte tratte da Internet, e quindi valutate di pubblico dominio. Se i soggetti o gli autori avessero qualcosa in contrario alla pubblicazione, non avranno che da segnalarlo alla nostra redazione  in modo da ottenere immediata rimozione di dette immagini.


il giro delle 7 chiese





Basilica di San Pietro in Vaticano
basilica di San Paolo fuori le Mura
basilica di San Giovanni in Laterano
basilica di San Sebastiano 

basilica di Santa Croce in Gerusalemme
basilica di San Lorenzo fuori le mura
basilica di Santa Maria Maggiore

DISCLAIMER: Le foto presenti su questo blog sono state per la maggior parte tratte da Internet, e quindi valutate di pubblico dominio. Se i soggetti o gli autori avessero qualcosa in contrario alla pubblicazione, non avranno che da segnalarlo alla nostra redazione  in modo da ottenere immediata rimozione di dette immagini




Giubileo della Misericordia: basiliche giubilari papali e minori - scopriamo quali

Salve cari amici, popolo dell’arte e amanti di Roma
ci eravamo lasciati parlando del giro delle 7 chiese ideato da San Filippo Neri alla fine del XVI secolo, nato per recuperare la memoria e valore della visita alle basiliche papali e minori, già mete dei primi pellegrinaggi a Roma, e ancora oggi tradizione viva e pulsante della fede e patrimonio romano da illustrare, conoscere e non perdere. 

Nel pomeriggio del giovedì grasso del 1552 mentre il carnevale incalzava, Filippo Neri insieme a un piccolo seguito di amici partiva come un “antico” pellegrino verso i luoghi santi di Roma alla ricerca del contatto col divino. I primi seguaci di Cristo che spinti da un fervido sentimento religioso giungevano nell’Urbe ritenevano che visitare le memorie degli apostoli avrebbe insignito di virtù chi faceva loro visita ed attribuivano inoltre alle sante reliquie un enorme potere salvifico. Quando poi nel VII secolo, a causa dell’invasione araba il viaggio in Terrasanta divenne un’impresa disperata, il primato di Roma divenne inattaccabile e il pellegrinaggio nella città eterna costituì il momento di più alta intensità della vita interiore di un cristiano. Filippo e i suoi sapevano tutto questo                                              
I Festeggiamenti del Carnevale Romano in una stampa di fine 700'
                                                    
dal film "State Buoni se Potete" di Luigi Magni 1983
....l’allegra comitiva si muoveva verso le antiche basiliche papali per venerare le tombe degli apostoli Pietro e Paolo che versando il loro sangue per Cristo hanno reso sacro il suolo di Roma facendone il centro della cristianità nel mondo. Ma Filippo da buon romano d’adozione cercava di più, voleva sentire il battito pulsante dei santi romani che allora erano fortemente venerati dal popolo tutto nelle "basiliche minori" di San Lorenzo e di San Sebastiano, e voleva intensamente pregare davanti le reliquie della Passione conservate nella basilica minore di Santa Croce in Gerusalemme ed ancora sciogliersi davanti alla tenerezza dell’icona di Maria “Salus Popoli Romani” in Santa Maria Maggiore, tante volte invocata durante le pestilenze e le avversità cittadine.

Delle sette basiliche care a san Filippo Neri solo quattro sono "basiliche papali": San Pietro in Vaticano, cuore della cristianità mondiale, San Giovanni in Laterano, San Paolo fuori le Mura, Santa Maria Maggiore e fino alla metà del XIX secolo lo era anche San Lorenzo fuori le Mura. Esse in passato erano anche chiamate patriarcali perché destinate ciascuna ad uno dei cinque patriarchi principali della chiesa cristiana, di Roma, Costantinopoli, Alessandria, Antiochia e Gerusalemme affinché ognuno di questi capi spirituali avesse una sede laddove risiedeva il primo di tutti loro, il papa. Grande era il valore ecumenico che si attribuiva loro. Oggi le quattro basiliche principali sono dette comunemente papali perché dotate di un altare sul quale solo il papa può celebrare l’eucaristia, hanno una porta santa che viene aperta in occasione degli anni giubilari, attraversandola i fedeli possono lucrare l’indulgenza plenaria alle condizioni suggerite dalla Chiesa.

S Pietro 
La basilica di San Pietro in Vaticano fu costruita in epoca costantiniana sull’area del Circo di Nerone e di una vicina necropoli dove secondo la tradizione fu crocifisso a testa in giù e sepolto il primo apostolo di Cristo, ma essa prende la sua forma attuale nel Rinascimento e nel Barocco grazie all’ opera di artisti come Bramante, Michelangelo e Bernini, che ne fanno un’opera immensa concepita per celebrare la sacralità della Chiesa Cattolica, così il desiderio di papi ambiziosi si concretizza nella più grande costruzione sacra esistente arricchita nel corso dei secoli di preziose opere d’arte. L’altare principale si innalza sulla tomba del primo Apostolo di Roma come dimostrano le recenti evidenze archeologiche. 

S Paolo dopo l'incendio del 1823
La basilica di San Paolo fuori le mura è la seconda più grande dopo San Pietro, fu costruita a partire dal IV secolo lungo la via Ostiense a tre km di distanza dal luogo che la tradizione indica come sito del martirio e della decapitazione di san Paolo detto “Tre Fontane”. Il corpo dell’Apostolo delle Genti giace sotto l’altare papale della basilica posta fori le mura, ricostruita dopo il devastante incendio del 1823 che risparmiò solo la zona del presbiterio e parte della navata centrale.

S Giovanni facciata di Alessandro Galilei 1734
La basilica di San Giovanni in Laterano, è la cattedrale della diocesi di Roma. Edificata per volontà dell’imperatore Costantino (306-337) su terreno imperiale, è l'unica fra le chiese paleocristiane a essere stata costruita all'interno delle mura Aureliane. Concepita per essere Madre e Capo di tutte le chiese dell’Urbe e del Mondo, fu inizialmente dedicata al Salvatore. Designata come sede della cattedra del vescovo di Roma e papa della comunità cattolica, incoronato al Laterano a fasi alterne fino al XIX secolo, ancora oggi continua a prendere possesso della cattedra posta in questa antica basilica, rinnovata e completamente trasformata per volere di papa Sisto V (1585-1590), poi convertita allo stile tardo barocco di Francesco Borromini e Alessandro Galilei (1650-1734). Resti della residenza papale sono ancora visibili nella cappella Sancta Sanctorum e nella Scala Santa. Accanto è il vasto complesso dei palazzi del Laterano.

Santa Maria Maggiore
La basilica di Santa Maria Maggiore che la tradizione vuole fondata da papa Liberio nel luogo dove la notte del  4 agosto 352, dopo l’apparizione della Vergine, cadde la neve in piena estate. Il 5 agosto viene ancora celebrata la “Neve di Maria”, bianchi petali di rose “nevicano” dal tetto della chiesa che raccolti dai fedeli sono portati ai malati. La chiesa accoglie la veneratissima icona della Madonna Salus Populi Romani e ospita diverse tombe di importanti pontefici romani. Presso l’altare principale c’è, sotto una semplice lastra, la tomba del Bernini. Il campanile della chiesa è il più alto di Roma.

S Croce in Gerusalemme e anfiteatro Castrenze
Santa Croce in Gerusalemme, basilica minore, fu edificata per venerare le reliquie della crocifissione portate a Roma da Elena, madre dell’imperatore Costantino, nel luogo dove erano i palazzi imperiali del Sessorio. Il pavimento della cappella di sant’Elena fu ricoperto di terriccio proveniente dalla Terrasanta e questo conferì alla chiesa il nome di “in Gerusalemme”. 

In San Lorenzo fuori le Mura, anch’essa basilica minore, si venera la tomba del diacono martire Lorenzo (258), anch’essa basilica costantiniana, si erge presso il colle del Verano, che dal 1814 ospita il primo cimitero comunale di Roma. Lorenzo primo diacono di Roma, detiene il primato fra i martiri più venerati dal popolo romano poiché dedito all'assistenza dei poveri e trionfatore sul paganesimo, fu arso sui carboni ardenti nella notte del 10 agosto, tradizionalmente associata al fenomeno delle stelle cadenti, considerate evocative dei carboni ardenti su cui il santo fu martirizzato. 
S Lorenzo fuori le mura
La bellezza della basilica non nasconde la sua grandezza e la forte devozione del popolo romano, che vi si riunì innanzi in preghiera durante il primo bombardamento aereo alleato.

La basilica minore di San Sebastiano fuori le Mura sorge presso le catacombe omonime sull’ Appia Antica, sulla tomba del santo martire (288)venerato dai romani nel suo aspetto di soccorritore. Il complesso ipogeo è un sacro scrigno che raccoglie le spoglie dei primi cristiani di Roma, esso costituisce uno dei pochi cimiteri cristiani rimasti accessibili.

Cari amici, amanti di Roma, vi saluto e rimando al mio prossimo articolo 
A presto
Mattea Muratore



DISCLAIMER: Le foto presenti su questo blog sono state per la maggior parte tratte da Internet, e quindi valutate di pubblico dominio. Se i soggetti o gli autori avessero qualcosa in contrario alla pubblicazione, non avranno che da segnalarlo alla nostra redazione  in modo da ottenere immediata rimozione di dette immagini.

Catacombe di S Sebastiano
basilica di S Sebastiano

DISCLAIMER: Le foto presenti su questo blog sono state per la maggior parte tratte da Internet, e quindi valutate di pubblico dominio. Se i soggetti o gli autori avessero qualcosa in contrario alla pubblicazione, non avranno che da segnalarlo alla nostra redazione  in modo da ottenere immediata rimozione di dette immagini




Papa Francesco, il papa della Misericordia

12/4/15 lettura della "bolla" presso la porta santa ancora chiusa

Ecco le parole con cui Papa Francesco ha annunciato l'Anno Santo: 
«Cari fratelli e sorelle, ho pensato spesso a come la Chiesa possa rendere più evidente la sua missione di essere testimone della misericordia. È un cammino che inizia con una conversione spirituale. Per questo ho deciso di indire un Giubileo straordinario che abbia al suo centro la misericordia di Dio. Sarà un Anno Santo della Misericordia. Lo vogliamo vivere alla luce della parola del Signore: “Siate misericordiosi come il Padre”. Questo Anno Santo inizierà nella prossima solennità dell’Immacolata concezione e si concluderà il 20 novembre del 2016, domenica di Nostro Signore Gesù Cristo Re dell’universo e volto vivo della misericordia del Padre».

la devozione di suor Faustina Kowalska
Il tema della misericordia è stato centrale in questi anni di pontificato di Papa Francesco, che nella Bolla fa riferimento all’insegnamento di san Giovanni Paolo II e alla sua enciclica: Dives in Misericordia, interamente dedicata alla devozione appresa dall'umile suora polacca, Faustina Kowalska di Cracovia, mistica e veggente, venerata in tutto il mondo come l'Apostola della Divina Misericordia; proclamata santa da Giovanni Paolo II il 30 aprile 2000, giorno in cui ha stabilito per la prima volta la Festa della Divina Misericordia, da celebrarsi ogni anno nella prima domenica dopo Pasqua. 

Il 12 aprile 2015, Domenica della Misericordiapresso la Porta Santa di San Pietro (ancora chiusa), Papa Francesco ha letto la Bolla, il documento che spiega le “motivazioni” del Giubileo rendendo note le norme necessarie per ottenere l’indulgenza plenaria a titolo di assoluzione per i peccati già “perdonati” da Dio attraverso la confessione e il raggiungimento di uno stato di grazia, e indicando i giorni in cui saranno aperte le porte sante (8 dicembre San Pietro e il 13 dicembre quelle di San Giovanni, San Paolo e S Maria Maggiore). 

[…] Saranno «Porte della misericordia» – scrive Francesco nella Bolla – dove chiunque le oltrepasserà «potrà sperimentare l’amore di Dio che consola, perdona e dona speranza». Sempre il 13 dicembre saranno aperte le «Porte della misericordia» in ogni diocesi del mondo: potranno essere nelle Cattedrali o in una chiesa di speciale significato ma anche nei santuari dove i pellegrini possono «trovare la via della conversione».

Il pensiero ora si volge alla Madre della Misericordia. […] La dolcezza del suo sguardo ci accompagni in questo Anno Santo, perché tutti possiamo riscoprire la gioia della tenerezza di Dio. Scelta per essere la Madre del Figlio di Dio, Maria è stata da sempre preparata dall’amore del Padre per essere Arca dell’Alleanza tra Dio e gli uomini. Ha custodito nel suo cuore la divina misericordia in perfetta sintonia con il suo Figlio Gesù.”

Durante l’Anno Santo, nelle domeniche del Tempo Ordinario, si leggerà il Vangelo di Luca, "l'evangelista della misericordia”, definito da Dante Alighieri “narratore della mitezza del Cristo”. Nel suo Vangelo si trovano molte parabole significative sul tema della misericordia, a cui Papa Francesco ha fatto riferimento in alcuni brani della Bolla […] Vogliamo vivere questo Anno Giubilare alla luce della parola del Signore: Misericordiosi come il Padre. L’evangelista riporta l’insegnamento di Gesù che dice: « Siate misericordiosi, come il Padre vostro è misericordioso » (Lc 6,36).

Nel Vangelo di Luca troviamo molti aspetti importanti per vivere con fede il Giubileo, l'evangelista è interessato a temi dottrinali quali l'etica sociale, gli indesiderati, le donne e altri gruppi oppressi. Il Vangelo di Luca pone un' enfasi speciale sulla gioia della preghiera, e dello spirito di ognuno, sottolineando la misericordia, la dolcezza e la bontà di Gesù. I temi teologici ricorrenti del vangelo lucano sono infatti la condanna delle ricchezze, il valore della povertà ed un richiamo continuo all'azione dello Spirito Santo […] Racconta l’evangelista che Gesù, un sabato, ritornò a Nazaret e, come era solito fare, entrò nella Sinagoga. Lo chiamarono a leggere la Scrittura e commentarla. Il passo era quello del profeta Isaia dove sta scritto: « Lo Spirito del Signore è sopra di me; per questo mi ha consacrato con l’unzione e mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio, a proclamare ai prigionieri la liberazione e ai ciechi la vista; a rimettere in libertà gli oppressi, a proclamare l’anno di misericordia del Signore » (61,1-2)

San Giovanni Paolo II prega x suor Faustina
Non è quindi casuale che Giovanni Paolo II abbia scelto la chiesa di Santo Spirito in Sassia come Santuario della Divina MisericordiaLa terza cappella sulla destra è attualmente consacrata alla Divina Misericordia e a Santa Suor Faustina Kowalska di Cracovia. Vi si trovano l’immagine di Gesù Misericordioso dipinta da P. Moskal dell’anno 1994, la statua di Santa Suor Faustina Kowalska e il suo reliquiario offerto dal Santo Padre Giovanni Paolo II dopo la canonizzazione dell’Apostola della Divina Misericordia. 

La Chiesa di Santo Spirito in Sassia deriva il suo nome dalla “scuola sassone” ovvero il luogo in cui i pellegrini della nazione sassone, provenienti dall’Europa Settentrionale, trovarono il primo aiuto spirituale e materiale. Nell’anno 1198 su richiesta del papa Innocenzo III, vicino alla chiesa, fu costruito il primo ospedale dedicato al Santo Spirito in Europa. Il papa commissionò la costruzione e la conduzione di questa opera a Guido di Montpellier, fondatore della Fraternità degli Ospedalieri di Santo Spirito in Francia. La Chiesa e l’ospedale di Santo Spirito godevano di un’ottima reputazione non solo tra gli abitanti di Roma, ma anche tra i pellegrini. La cura ospedaliera ebbe dei riconoscimenti anche da parte di Lutero, che durante il suo soggiorno a Roma non esitò a criticare la Santa Sede. L’unica opera esente fu l’ospedale di Santo Spirito.

Santo Spirito in Sassia, santuario della Divina Misericordia
La Chiesa  fu ricostruita da papa Sisto IV in occasione del Giubileo dell’anno 1475. Il Sacco di Roma (1527) causò molti danni alla chiesa, che fu ricostruita (1538-1590) da Antonio da Sangallo il Giovane su commissione di Paolo IIILa facciata (1585-90), si erge su un alto basamento al termine di una scalinata, opera di Ottavio Mascherino che si rifece al progetto e disegni del Sangallo.

All’interno la navata centrale è affiancata da dieci cappelle e coperta da un soffitto ligneo, commissionato dal Sangallo agli stessi intagliatori che realizzarono i soffitti di Palazzo Farnese. Tra gli affreschi, risalenti al XVI e XVII secolo, vanno ricordati soprattutto i capolavori di Livio Agresti: gli affreschi nella cappella Gonzaga, con il Presepe, la Pietà, la Resurrezione e le Scene bibliche, portati a termine nel 1557; nella cappella della Trinità si può ammirare il Gesù risana lo storpio, Gesù risana il cieco e altre Scene bibliche, e, nella volta, la Visitazione, L'Annunciazione e L'Incoronazione di Maria, nonché la pala dell'Assunzione nell'altare. Rimarranno incompiuti alla sua morte, nel 1579, gli affreschi della Nascita e della Circoncisione di Gesù, completati da Giovanni Battista Lombardelli e Paris Nogari. Del grande successo di quest’opera testimoniano le lettere al committente Alfonso Gonzaga dello stesso Agresti e di Girolamo da Ponte, che scrive di aver invitato il vecchio Michelangelo a vedere gli affreschi. Notevole anche la Pentecoste di Jacopo Zucchi.

Sulla cupola, divisa in tre parti, ci sono gli affreschi che rappresentano: Abramo con gli angeli, Tobia che fa ritornare la vista al padre ed Eliseo guarito dalla lebbra. Da tutte e due le parti laterali dell’altare vi sono dei quadri che rappresentano Gesù che ridona la vista a un cieco e che guarisce un paralitico.

Ospedale di Santo Spirito in Sassia
Una processione del Velo della Veronica aveva origine da San Pietro in Vaticano per terminare qui, con il papa che celebrava messa a Santo Spirito. Questa messa garantiva l'indulgenza plenaria ed era occasione per un distribuzione di denaro ai poveri. Chissà se questa tradizione verrà ripristinata durante l'anno giubilare dalla misericordia del popolo cristiano che numeroso visiterà il Santuario della Divina Misericordia presso la chiesa di Santo Spirito in Sassia.

Articolo di: Cristiana Berto


DISCLAIMER: Le foto presenti su questo blog sono state per la maggior parte tratte da Internet, e quindi valutate di pubblico dominio. Se i soggetti o gli autori avessero qualcosa in contrario alla pubblicazione, non avranno che da segnalarlo alla nostra redazione  in modo da ottenere immediata rimozione di dette immagini.



DISCLAIMER: Le foto presenti su questo blog sono state per la maggior parte tratte da Internet, e quindi valutate di pubblico dominio. Se i soggetti o gli autori avessero qualcosa in contrario alla pubblicazione, non avranno che da segnalarlo alla nostra redazione  in modo da ottenere immediata rimozione di dette immagini

Hospitalia medievali e Scolae peregrinorum: quando l'ospitalità era di Casa


I pellegrini in viaggio verso Roma, dopo lunghe ore di cammino, avevano bisogno di ospitalità e assistenza perché provati dal digiuno, dalla fatica e dalle ferite ai piedi. Questa veniva loro offerta in ospizi, monasteri e pievi sorti lungo le principali vie di comunicazione, e collocati a una giornata di cammino gli uni dagli altri.

Già a partire dal IV secolo nella chiesa d'Oriente erano sorti i primi xenodochia, (che in greco significa “case d’ospitalità per forestieri”), diffusosi anche in Occidente con il nome di hospitalia o hospitium, (dal latino hospes, ospite) dove oltre ai forestieri trovavano accoglienza, poveri, vedove, orfani e malati. Nell'Hospitale pellegrini e poveri, oltre a trovare ospitalità trovavano cure mediche, da cui l’evoluzione nell’accezione del termine attuale. 

A Roma, destinazione finale del pellegrinaggio dei "Romei" alle tombe degli apostoli Pietro e Paolo, oltre agli hospitalia si diffusero le scholae peregrinorum di diversa nazionalità economicamente legate a donativi e rendite che giungevano loro dalla nazione di appartenenza. Ciascuna schola offriva mutua assistenza, soccorso e cure mediche ai suoi componenti, e provvedeva ai funerali e alla sepoltura dei defunti nel proprio cimitero.

Le scholae fondate dai re e sovrani delle nazioni d’oltralpe, in visita al papa di Roma, presto si ampliarono acquisendo la fisionomia di piccoli borghi, dal termine  "burg", comune a quei popoli per indicare un centro abitato. 


Nacque così la città di Borgo, vicina alla basilica di San Pietro in Vaticano, che raccoglieva in se le scholae peregrinorum delle quattro principali nazioni cristiane dell’Europa medievale: la schola Saxonum per la comunità dei Sassoni e Bretoni; la schola Langobardorum  per la comunità Longobarda; la schola Francorum per la comunità dei Franchi;  e infine la la schola Frisorum per i Frisoni (abitanti della Frisia, una regione oggi posta tra l'Olanda e la Germania del Nord). Ma conosciamole da vicino:


La schola Saxonum, fondata per i pellegrini anglosassoni dal re Ine del Wessex (688-726), fu la prima ad insediarsi a Borgo, faceva parte della schola la chiesa di Santa Maria in Saxia, (attuale S. Spirito in Sassia), che distrutta da un incendio nell’847 e di nuovo edificata nel XII secolo per volontà di papa Innocenzo III (1198-1216), che tramutò la schola in un ospedal, dopo che il re Giovanni senza terra (1166-1216) aveva confermato al Papa le donazioni per la nuova costruzione e l’elemosina perpetua per i poveri e gli ammalati. Un successivo rifacimento ed ampliamento venne realizzato presumibilmente dall'architetto Baccio Pontelli tra il 1471 e il 1478 per iniziativa di Papa Sisto IV che ne ordinò la ricostruzione, anche in previsione del vicino Giubileo (1500) e che l'arricchi della Corsia Sistina, e della ruota dei proietti, ove le mamme indigenti potevano abbandonare i loro bambini rimanendo nell'anonimato.

La schola Longobardorum, situata a nord della basilica di San Pietro fu la seconda a essere fondata, non si conosce molto di questa schola, tanto che non si è neppure riusciti a identificare il sito della chiesa di San Giustino ad essa annessa. La schola andò probabilmente distrutta alla fine del trecento quando papa Bonifacio IX (1389-1404), diede avvio alla costruzione dei nuovi palazzi pontifici. 

Probabilmente la schola Longobardorum si fuse con la successiva schola Francorum fondata da Carlo Magno re dei Franchi dal 768, e re dei Longobardi dal 774 e dall'800 primo imperatore del Sacro Romano Impero. Di questa schola rimangono oltre al Campo Santo Teutonico circondato da un alto muro, i pochi resti della chiesa di S.Salvatore in Torrione perché vicina alla porta Turrionis, ora porta Cavalleggeri, perché nei pressi fu costruita la Caserma dei Cavalleggeri. Distrutta per la costruzione del Sant’Uffizio, si è salvata l'abside di cappella oggi inserita nella piccola chiesa di San Pietro in Borgo, conosciuta anche con il nome di San Salvatore in ossibus, perchè posta di fianco al Campo Santo Teutonico.

E infine la schola Frisorum per i Frisoni, abitanti della Frisia, una regione oggi posta tra l'Olanda e la Germania del Nord, che aiutarono la difesa di Roma dai Saraceni nell'846. Annessa alla schola erano una diaconia e la chiesa dedicata a San Michele, che dopo la traslazione da Fondi delle reliquie di San Magno, venne intitolata anche a questo santo. La chiesa fondata, probabilmente, nel IX secolo, fu teatro nel 1084 della lotta tra l'imperatore Enrico IV (che risedette proprio nella schola dei Frisoni) e i normanni di Roberto il Guiscardo, sopraggiunti per liberare papa Gregorio VII; e ciò fu probabilmente la causa che portò alla distruzione della chiesa primitiva, ricostruita poi nel XII secolo e a cui si accede attraverso una ripida scala detta "Santa". 

L’origine antichissima, spesso precedente l’VIII secolo, di tutte le scholae e gli edifici religiosi accanto a S Pietro, è testimonianza di un tipo di assetto definitosi senz’altro prima della costruzione della cinta Leonina (848), formatosi spontaneamente in continua tangenza alla base del colle del Gianicolo che partendo dai giardini del Vaticano, posti alle spalle della basilica di San Pietro, correva in direzione est-ovest fino a raggiungere le rive del Tevere e di cui rimane traccia lungo l'odierno asse stradale di Borgo Santo Spirito, sebbene fortemente trasformato durante la prima metà del XX secolo, Borgo mantiene ancor oggi il suo significato storico di vestibolo di San Pietro e dei palazzi Vaticani.

Articolo di Cristiana Berto


DISCLAIMER: Le foto presenti su questo blog sono state per la maggior parte tratte da Internet, e quindi valutate di pubblico dominio. Se i soggetti o gli autori avessero qualcosa in contrario alla pubblicazione, non avranno che da segnalarlo alla nostra redazione  in modo da ottenere immediata rimozione di dette immagini.

Porta Cavalleggeri - Roma Sparita








Scala Santa in Vaticano
San Pietro in Borgo
Cortile di Santo Spirito in Sassia
La corsia Sistina

La ruota degli innocenti (proietti)
Ospedale di Santo Spirito in Sassia